Qual è il nome del movimento?

Il movimento delle Sardine

Chi sono i fondatori? Quanti anni hanno?

I fondatori sono un gruppo di quattro amici:

Mattia Santori (32);

Roberto Morotti (31);

Giulia Trappoloni (30);

Andrea Garreffa (30).

Dove ha avuto inizio il movimento?

Il movimento delle Sardine è un vero e proprio movimento “Made in Italy”, nato in Emilia Romagna, più precisamente a Bologna, dove i quattro finanziatori vivono.

Dopo alcuni mesi, sono emerse diverse “branche” o gruppi di supporto alle Sardine in quasi tutte le principali città d’Italia, così come alcuni gruppi creati da italiani residenti all’estero (per esempio a Parigi e a New York).

Quando è comparso il movimento per la prima volta?

La data simbolica di inizio del movimento è 14 novembre 2019. Da allora, il movimento è cresciuto in importanza e numero di seguaci virtuali e “in carne ed ossa”. Si tratta di un processo continuo.

IL CONTESTO: Qual è stata la sfida che le Sardine intendevano affrontare?

La questione in generale riguardava l’ampia diffusione del consenso nei confronti della Lega Nord, partito populista di destra. Il problema principale è stato l’aumento del tasso di discorsi di incitamento all’odio e di intolleranza perpetrati attraverso i canali ufficiali dei social media di Salvini e di molti gruppi di Facebook che simpatizzavano per Lega Nord.

Questo stava portando a un aumento spaventoso di messaggi xenofobi, razzisti, anti-rom e misogini e, in generale, alla creazione di un ambiente profondamente ostile contro una vasta gamma di membri appartenenti a gruppi minoritari.

Chi è stato principalmente influenzato dalla sfida?

Diverse persone erano influenzate (e in qualche modo lo sono tuttora) dalla propagandae narrazioni avvelenate promosse dalla Lega Nord. In primo luogo, i migranti o le persone provenienti da un contesto migratorio, ma anche le donne e le altre minoranze, diventate ancora più vulnerabili agli attacchi verbali e fisici. Più in generale, l’opinione pubblica si è stancata dell’odio e della violenza che circolava su Internet.

L’OHCHR nutre gravi preoccupazioni circa l’attuale situazione dell’Italia, la quale sta vivendo un aumento di intolleranza, odio razziale e religioso e di xenofobia, in alcuni casi consentito o addirittura incoraggiato dai leader politici e dai membri del governo. Nel mese di novembre 2018, le Procedure Speciali delle Nazioni Unite hanno denunciato alcuni politici che alimentavano il discorso pubblico di incitamento all’odio e alla discriminazione. Hanno sottolineato che “questo clima di intolleranza non poteva essere separato dall’aumento in Italia di incidenti di odio nei confronti di gruppi e individui, compresi i minori, sulla base della loro appartenenza a minoranze etniche reale o percepita, del colore della loro pelle e / o dal loro stato di immigrazione”.

L'INTERVENTO: Quale iniziativa è stata poi promossa dal movimento delle Sardine?

L’evento scatenante è stata la campagna politica per il presidente della Regione Emilia Romagna. Più precisamente, tale evento vedeva l’opposizione tra un candidato del partito democratico del centro-sinistra, Stefano Bonaccini, e un candidato della destra della Lega Nord. L’Emilia Romagna è stata storicamente una regione di centro-sinistra, tuttavia nell’ultimo anno è progressivamente aumentata la popolarità del partito Lega Nord e in effetti i partiti politici di centro-destra dichiararono che questa elezione rappresentava l’occasione per “liberare l’Emilia Romagna” dalla Sinistra.

Pertanto, la competizione per la presidenza regionale dell’Emilia Romagna è stata da molti considerata come un test per l’intero paese, un’elezione con delle importanti ricadute a livello nazionale in un Paese diviso fra due forze politche.

La candidata della coalizione di centro-destra, Lucia Borgonzoni, è stata approvata e sostenuta dalla Lega Nord e dal suo leader, Matteo Salvini, il quale avrebbe dovuto comparire a un raduno politico di massa a Bologna, per sostenere il lancio della campagna di Borgonzoni.

La sede selezionata per ospitare l’evento della Lega Nord doveva ospitare fino a 5.700 persone.

È allora che un gruppo di quattro coinquilini a Bologna decise di agire, per dimostrare che la popolarità di Salvini non era così dominante come intendevano fare credere.

Organizzarono un “flashmob” (su Facebook) in un’altra piazza a Bologna, con l’obiettivo di raggiungere una partecipazione di 6.000 persone, capienza massima della piazza, per superare il numero di sostenitori di Salvini – senza però utilizzare striscioni politici o bandiere, in modo da non identificarsi con nessun partito politico.

Quali risultati ha ottenuto questa iniziativa?

I risultati del primo flash mob sono stati davvero impressionanti. Non solo sono riusciti a raccogliere più di 6000 “sardine”, ma da allora, decine di raduni sono stati organizzati ogni volta che Matteo Salvini si trovava ufficialmente in visita presso una città. Lo slogan è “La città di xxx NON SI LEGA”.

Il movimento ha preso il nome di “sardine” dopo l’espressione italiana “stretti come sardine”, a simboleggiare l’intenzione di riempire tutte le principali piazze con le persone che sono d’accordo con la missione e la visione del movimento.

Le Sardine negano qualsiasi affiliazione politica e in occasione di ciascun raduno organizzato hanno esplicitamento chiesto ai partecipanti di non portare o mostrare alcun simbolo o bandiera di qualsiasi partito politico, solo un foglio di carta colorato ritagliato a forma di sardina.

Le Sardine affermare di non avere alcuna appartenenza politica, e in ogni incontro organizzato era chiaramente chiesto ai partecipanti di non portare o visualizzare qualsiasi simbolo politico partito o di bandiera, ma solo un colorato taglio della carta di sardine.

Il movimento si pone in contrapposizione all’attuale populismo, alla disinformazione e alla violenza verbale. Promuove invece valori come la solidarietà, l’accoglienza, il rispetto, i diritti umani, l’intelligenza e la non violenza.

Il movimento ha subito attirato l’attenzione di giornalisti, élite politiche e politologi e anche la stampa estera sta tenendo d’occhio quello che sembra essere un movimento piuttosto unico e di grande successo popolare.

Si ritiene che le Sardine rappresentino un rischio maggiore per Salvini e la Lega Nord rispetto agli oppositori politici tradizionali.

Diversi partiti del centro sinistra hanno finora cercato di fraternizzare con loro, un tentativo di affiliazione per trasformare le Sardine in potenziali elettori dei loro partiti. Ma il movimento ha ripetutamente affermato che non detiene alcun orientamento politico ufficiale.

Perché questa iniziativa viene considerata di successo? Quali conseguenze possono essere facilmente individuate grazie al suo intervento?

Il successo principale consiste certamente nel fatto che un movimento locale è riuscito a mobilitare una quantità enorme di persone che disprezzano il clima politico attuale, ma che non avevano ancora sollevato le proprie voci.

Il Movimento delle sardine è infatti un atto di coraggio collettivo!

Un altro aspetto importante è che il movimento è riuscito a portare in cima all’agenda pubblica la questione ben nota dei discorsi di incitamento all’odio on-line e la legittimazione dell’odio contro le minoranze promosse soprattutto da parte di alcuni leader politici e partiti. Una questione specifica riguarda l’uso distorto delle reti e dei canali dei social media per incitare la gente e ottenere sostegno politico, utilizzando tecniche di propaganda e messaggi populisti.

Oggi vi è maggiore consapevolezza e attenzione verso l’uso dei social media da parte dei politici.

Le Sardine sono un nuovo movimento che deve ancora fare molto prima di trovare la sua struttura definitiva, un regolamento interno e una gerarchia formale.

Occorre ancora valutare il potenziale del movimento nel medio e lungo periodo, tuttavia siamo lieti dell’emergere di un nuovo movimento che sta sfidando le élites politiche e aprendo un nuovo e improtante dibattito sulla necessità di respingere idee e narrazioni estremiste dai dibattiti pubblici e politici.

In bocca al lupo!