Incontriamo Mircea Toma

Mircea Toma è uno psicologo, un giornalista e un attivista per la difesa dei diritti umani. Dopo aver conseguito la laurea in psicologia alla Università Babes-Bolyai di Cluj, ha lavorato come psico-pedagogo per i bambini con disabilità. Dopo la rivoluzione rumena del 1989, ha contribuito a gettare le basi per la rivista di satira politica di maggiore sucesso della Romania. Nel 1994, ha fondato il dipartimento di monitoraggio delle pubblicazioni, finalizzato a controllare e a rilevare i discorsi di stampo nazionalista anti-ungherese e anti-rom presenti nel discorso pubblico. Questo reparto negli anni 2000  si è poi evoluto nella Press Monitoring Agency, in seguito ribattezzata ActiveWatch, ovvero un’organizzazione autonoma per la tuela dei diritti umani che serve l’interesse pubblico sostenendo la libera comunicazione.

Il momento rivelatorio

Mircea Toma è stato sorpreso dal successo riscosso della propaganda nazionalista nella sua città natale, Cluj Napoca, nei primi anni 1990. In quel periodo, un politico populista vinse le elezioni comunali con un discorso anti-ungherese rudimentale che trovò però il sostegno di una comunità che Toma riteneva essere abbastanza emancipata per resistere alle insidie ​​del populismo. Toma ha risposto a questa sfida in qualità di giornalista attraverso il ricorso a un registro di satira politica, cercando di screditare il promotore dei messaggi di odio ridicolizzandolo.

La prima vittoria

Toma non riesce a individuare un momento particolare della sua vita da considerare come la sua prima vittoria.  Il processo di mobilitazione di una comunità progressiva che condivide i valori del multiculturalismo ha prodotto significativi cambiamenti politici, tuttavia è un processo lento, anche se diretto verso l’alto. In Romania, i discorsi di incitamento all’odio sono significativamente controbilanciata da una comunità consistente che combatte la discriminazione.

Gli incidenti di percorso

Ha sperimentato la sorpresa del fallimento durante un corso di formazione per una comunità di docenti con i quali credeva di condividere i suoi stessi valori. Scoprì che gli atteggiamenti anti-rom e omofobi erano pevalenti. Capì che questa era dovuto alla completa mancanza di una formazione specifica contro la discriminazione per gli insegnanti in Romania. Ritiene che educare gli educatori sia un passo fondamentale da compiere per ottenere in futuro dei miglioramenti.

Meccanismi di adattamento

La convinzione di Toma è che non si debba cercare un unico momento di successo, essendo necessario lo svolgimento di un’attività costante tesa a contrastare l’intolleranza. Proteggere il valore dell’interculturalità è il risultato di una lotta permanente, quindi non c’è tempo per riposarsi. Abbandonare la causa equivarrebbe a estendere un invito all’odio.

L'estremismo spiegato ad un bambino di 5 anni

Egli ritiene che il modo migliore per spiegare il razzismo e l’estremismo a un bambino di 5 anni sia quello di ricorrere all’esperimento di Jane Elliott “Occhi blu, occhi marroni” (https://www.youtube.com/watch?v=oGvoXeXCoUY). È insuperabile e qualsiasi suo adattamento è probabile che si riveli un successo.

L'estremismo spiegato a parenti e amici

Per gli adulti, il gioco di ruolo è estremamente potente. È sempre utile cercare di trovare un modo per fare immedesimare la persona che si intende convincere con una delle vittime dell’estremismo. Ad esempio, al fine di convincere i rumeni ad abbandonare i loro sentimenti xenofobi nei confronti degli ungheresi, egli fa sempre riferimento  specifico quanto fatto dalla minoranza rumena in Ucraina, nel tentativo di garantirsi l’accesso culturale e il riconoscimento dei diritti politici. Quando il pubblico prova orgoglio l’operato svolto dagli attivisti rumeni in Ucraina, Toma sottolinea le analogie esistenti tra quanto fatto allora dai rumeni e ciò che fanno le etnie ungheresi in Romania. Dopo tutto, se si considera normale quanto fatto dai primi, è possibile considerare altrettanto normale ciò che fanno i secondi, no?
Egli ritiene che il suo attivismo non stia interessando la sua vita personale. Dopo tutto, tutti nella sua famiglia o sono già degli attivisti che si battono contro la discriminazione, o lo diventeranno presto.

Suggerimenti per gli attivisti indecisi

Se dovesse stabilire cosa aiuterebbe a combattere l’estremismo e la radicalizzazione, Toma suggerirebbe la pazienza, la perseveranza e il rispetto. Molte volte, i risultati diventano visibili solo dopo molti anni di duro lavoro e gli attivisti possono talvolta perdere la speranza. La resilienza aiuta a mantenere il controllo. Ma si dovrebbe anche avere una solida conoscenza degli argomenti di cui si discute. E umorismo. L’umorismo può fare veramente tanto.

Risposte opportune in situazioni scomode

Mircea ritiene che, di fronte alle manifestazioni aperte di intolleranza, la risposta migliore sia quella di evitare il confronto diretto e cercare di aprire un orizzonte più ampio che permetta ai vostri interlocutori di calmarsi, abbassare la guardia e aprirsi ad argomentazioni ragionevoli. Riformulare i pensieri è la chiave.
Inoltre, un attivista  quando viene attaccato dovrebbe essere in grado di valutare correttamente la situazione. Naturalmente, se la situazione è troppo pericolosa, si dovrebbe ceracre l’aiuto dell’autorità competente (sia che si tratti di polizia, di un ente contro la discriminazione o anche del preside di una scuola). Tuttavia, è importante tenere a mente che gli attivisti devono sempre rispettare i diritti umani e devono agire in conformità ad essi. Pertanto, li ricorso alla limitazione della libertà di parola dovrebbe limitarsi ai soli casi in cui tale azione sia proporzionata all’azione dell’aggressore. E, naturalmente, non si dovrebbe mai adottare un linguaggio d’odio anche quando si è vittima di discriminazioni.

Sfida l'attivista che è dentro di te

Indipendentemente dalla vostra età, dalla vostra esperienza o da quanto voi siate impegnati, si dovrebbe sempre reagire all’odio quando se ne divaneta testimoni. Segnalatelo su Facebook o su qualsiasi altro social network. Provate a parlarne con i vostri cari. Siate empatici e restate flessibili!