Incontriamo Alessandra Cannizzo

Alessandra è una libera professionista di 33 anni che opera in qualità di responsabile di progetto e consulente per gli studi sulla migrazione, i diritti dei minori e l’istruzione. È co-fondatorice di un’ONG con sede a Palermo, un centro sociale dove può mettere in pratica la sua esperienza professionale e accademica acqusitita nell’ambito della cooperazione internazionale. Alessandra è la nipote di una coppia tunisina di richiedenti asilo giunta durante la seconda guerra mondiale.
Il momento rivelatorio
Durante i suoi studi universitari, Alessandra ha scoperto gli studi asiatici, esplorando il buddismo e il confucianesimo. L’università le ha dato la possibilità di studiare e conoscere meglio altri mondi e società, nonché la coesione sociale. Oltre a sviluppare elevate competenze accademiche, quando si rese conto del forte etnocentrismo dell’Europa e del intolleranza dilagante, Alessandra divenne più risoluta nella sua lotta per la difesa della giustizia sociale.
Lei è molto legata ai suoi ideali, valori e credenze. Per questo, fa affidamento ai sui suoi amici e ai suoi colleghi i quali le impediscono di diventare troppo radicale nella promozione delle sue imprese.
La prima vittoria
La sua prima vittoria coincide con una delle maggiori rivelazioni che hanno interessato la sua vita di attivista. Dopo anni trascorsi a utilizzare canali di comunicazione e strumenti tradizionali per favorire le sue attività, si è resa conto che il modo più efficace per sensibilizzare è quello di ridimensionare il pubblico e di concentrarsi sulle interazioni e sulle discussioni dirette. Il centro sociale che ha co-fondato è l’ambiente ideale per affrontare argomenti delicati riguardanti i migranti e le minoranze in uno spazio sicuro.
Gli incidenti di percorso
Di tanto in tanto si sente giù perché non riceve il sostegno e la comprensione della sua famiglia in merito al proprio lavoro. Nonostante lei abbia cercato di sensibilizzare moltissima gente diffondendo il suo messaggio positivo, la sua famiglia sembra abbastanza resistente ad essi, sostenendo idee molto contrastanti. Tuttavia, lei si è resa conto che nonostante i propri legami familliari, lei deve nutrire verso i propri familiari le stesse aspettative che avrebbe per chiunque altro e trattarli come se fossero delle persone con idee radicali qualunque. Se non dovesse riuscirle di convincerli, non dovrebbe prenderla come una sconfitta personale.
L'estremismo spiegato ad un bambino di 5 anni
Alessandra ritiene che l’estremismo dovrebbe essere spiegato in maniera simile sia ai bambini che agli adulti. I ragionamenti astratti non rappresentano una strategia vincente. Ma è possibile spiegare e porre rimedio a tutte queste realtà negative se si riesce a convincere la gente in possesso di idee radicali ad entrare in contatto con le proprie emozioni.
Alessandra sostiene che la mancanza di rispetto e la violenza provengano sempre dalla paura. Ciò spiega come l’approccio diretto e personale abbia maggiori probabilità di riuscire, rappresentando il solo modo possibile per superare le condizioni emotive preesistenti
Confessioni di un'instancabile attivista
Cerca di svolgere le attività tese a contrastare la discriminazione semplicemente facendo bene il suo lavoro e permettendo agli scettici di avvicinarsi la alla sua organizzazione. Lei cerca di essere istruttiva in maniera informale. In questo modo non sembra che lei stia cercando di insegnare qualcosa.
Suggerimenti per gli attivisti indecisi
Alessandra crede fermamente che ognuno di noi sia in grado di contribuire alla creazione di una società migliore.
Il concetto di supporto può essere esteso fino a comprendere tutte quelle azioni che permettono alle persone di esercitare un potere. Lei è in grado di provare come, soprattutto all’interno del centro sociale, idee e comportamenti possano subire cambiamenti notevoli anche tra le persone che sembravano irreversibilmente chiuse nei propri pregiudizi e tra le proprie paure.
Risposte opportune in situazioni scomode
La strada per la stazione di polizia è lastricata di buone intenzioni. Alessandra insiste sul fatto che ci dovrebbe essere un equilibrio tra l’aspetto emotivo e la vostra parte razionale di attivismo.
Tutti dovrebbero essere consapevoli e onesti in merito ai prorpi limiti, anche quando si tratta di servire una buona causa. Se una situazione diventa troppo stressante o potenzialmente dannosa è obbligatorio evitare eventuali incidenti e documentare la situazione a distanza di sicurezza, virtualmente o fisicamente.
Sfida l'attivista che è dentro di te
Trovate la vostra dimensione personale; imparate a conoscere i vostri limiti, i punti di forza e di debolezza.
È necessario adeguare la vostra strategia e le vostre azioni alla vostra vita. Provate a stabilire delle attività molto realistiche e fattibili che non dovrebbero interferire eccessivamente con la vostra vita personale o professionale e con la vostra zona di comfort.